Un film tra Comunità, Memoria ed Ecologia
Montedoro è un film ambientato in piccola parte negli Stati Uniti (immagini di repertorio), tra il deserto dei Calanchi di Aliano (Mt) e prevalentemente a Craco (Mt), il paese fantasma in Basilicata. Si tratta di un’opera di etnofiction frutto di cinque anni di osservazione sociale che ho condotto nella resilienza crachese, in un centro ai margini della Storia. Attraverso interviste sul campo e un’intensa attività di ricerca tra i documenti e gli abitanti del posto, con il film ho cercato di recuperare la memoria di Craco, delle sue storie e della sua Storia da cui attinge e alla quale vuole definitivamente consegnarsi. Le storie raccolte sono racconti di gente del posto innestati in un intreccio più ampio che rimanderebbe alla struttura narrativa dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters ma, in questo caso, con un asse narrativo portante costituito dal viaggio della protagonista alla ricerca delle proprie origini e della propria identità. Un road movie dunque che si trasforma, una volta incontrato il vero protagonista del film che è il luogo, Craco (Montedoro in origine), in un viaggio di ri-costruzione dell’identità e della memoria collettiva di una comunità scomparsa. Un viaggio condotto (tra realtà e finzione) con uno sguardo soggettivo ma al contempo ecologico che studia e mette in relazione quanto generato dal luogo senza modificarlo nella sua verità più profonda.
Montedoro è un film “politico”, che attraverso la città fantasma vuole raccontare un Paese intero che si mantiene in precario equilibrio, una patria l’Italia che sta lentamente franando.
Ho girato il film in pellicola con emulsioni in grado di avvicinare l’estetica dei vecchi filmati d’epoca rinvenuti principalmente in archivi privati e utilizzati nel montaggio finale. In queste immagini si vede il paese quando era ancora vivo e con esso i suoi abitanti che ora giacciono tutti sulla collina.